Ricordando il maestro Kulcsár

Un anno dopo la sua scomparsa, pubblichiamo un estratto della biografia del celebre olimpionico Gyözö Kulcsár, maestro d’armi dell’Associazione Scherma Pro Vercelli dal 1986 al 2001.

Párbajtőr Paganini: Kulcsár Győző


Nel 1986 l’A.S. Pro Vercelli è in cerca un nuovo maestro di sala. Per una serie di circostanze più o meno fortuite, l’allora presidente, Dr. Aldo Venè, per la prima volta nella gloriosa storia della società, pensa di affidare ad uno straniero la rifondazione tecnica del club di via Massaua. Vuole ingaggiare un ex olimpionico che ha visto più volte all’opera in pedana. È venuto spesso anche al Trofeo Bertinetti. Non lo conosce, ma sa che quel che ha visto basterà.

Ecco il ricordo che il maestro riportò nella biografia pubblicata nel 2014: Párbajtőr Paganini: Kulcsár Győző, lo spadaccino Paganini.


Fu una coincidenza il fatto di essere assunto in Italia”.
Non avevamo una parola in comune, ma gli bastò sapere chi era (il) Kulcsár. Fu un approccio completamente nuovo per me, venivo da un mondo in cui, se non sei un campione del mondo o europeo, non puoi essere considerato uno schermidore, ma uno scarto. Non avrei potuto avere problemi con la mancanza di precisione, perché richiesi precisione anche lì: non poteva succedere che fossi in ritardo di un minuto e alle otto un minuto ero ancora lì. Non era mai successo a Vercelli”.

Ricordo ancora quel giorno: Aldo mi conduce nella sala, dove otto bambini giocano a calcio. Nessun segno di scherma. Mi dice che hanno una routine”.

Vedi, Victor, (n.d.r.: così Venè chiamava il maestro Kulcsár) iniziano ad allenarsi alle quattro del pomeriggio e finiscono alle otto di sera. Ogni socio del club ha diritto a due lezioni a settimana. Poi ci sarà pubblicità, poi verranno i bambini e la scherma avrà nuove basi”.

“Ma la mad… questi non diventeranno campioni olimpici mai!”

Nessuno lo chiede – disse Aldo . Qui è importante che i bambini imparino a combattere, a pagare le quote associative e divertirsi. E preferibilmente, nessuno dovrebbe sgretolarsi. E i genitori dovrebbero essere certi che il loro bambino è nel posto giusto. L’accordo è valido?


Dieci anni dopo, nel 1996, quattro tiratori e un maestro dell’Associazione Scherma Pro Vercelli avrebbero rappresentato l’Italia alla 100ª edizione dei Giochi Olimpici estivi: Maurizio Randazzo, Paolo Milanoli, Elisa Uga, Sara (Cristina) Cometti e Gyozo Kulcsar. Con loro anche l’attuale c.t. della Nazionale di spada, Sandro Cuomo, che aveva scelto Vercelli come sede di allenamento per prepararsi al meglio per le Olimpiadi.

1996, Atlanta. Elisa Uga Maurizio Randazzo, Gyözö Kulcsár, Paolo Milanoli, Sara (Cristina) Cometti.

Kulcsár Gyözö da atleta conquistò 4 medaglie d’oro e 2 bronzi in quattro diverse edizioni olimpiche (Tokyo ’64, Messico ’68, Monaco ’72 e Montreal ’76).

Da maestro ha regalato alla scherma vercellese 4 ori e 1 argento olimpico. Sarebbero stati 5 ori e due argenti se il regolamento ad Atlanta non avesse negato le medaglie a Paolo Milanoli e Sara Cometti.

Alla città di Vercelli ha regalato anche tre nipoti, ottimi atleti, uno dei quali, Enrico, è già un campione.

È mancato il 19 settembre 2018 a Budapest, dove era tornato nel 2001 per fare quello che gli riusciva meglio: vincere e far vincere. Per questo non lo vogliamo dimenticare.

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